Il cacciatore di rane gialle

A volte nelle difficoltà, piccoli momenti di soddisfazione diventano euforia immensa. Come una candela in una stanza buia. Come un’oasi in un deserto. Come qualche moneta in tasche sempre vuote. Come una bella notizia in un telegiornale sempre pieno solo di problemi e drammi.

Si appoggiò alla ringhiera del ponte.
Guardò l’acqua. L’ascoltò cancellare ogni altro rumore. Non c’erano motori accessi di macchine in partenza. Non c’erano più richiami di papà per bambini instancabili.
Poi il venticello del tramonto si alleò con l’umidità del fiume e quella giacca a vento che era stata così maltrattata e bistrattata divenne indispensabile.

Vide ali forti e grandi. Piume anche sul petto e la schiena. Guardò le gambe trasformarsi in zampe robuste. Arti uncinati e terrificanti alle estremità. Mosse il collo, era coperto di piume bianche. Un becco giallo ed assassino separò occhi spietati.

Non era l’amore di un tempo ad essere ritornato impaziente nelle pulsazioni. Era il dover fingere di essere una pistola a salve con il tappino rosso a renderla aritmica.

Nel suo taccuino appuntò tutte le informazioni emerse in quella giornata. Era un’abitudine imparata in caserma. Se la sera si ripiegano bene in un cassetto i pensieri e le informazioni del giorno, non si stropicciano nei ricordi.

Possiamo cambiare tutto, ma non noi stessi. Impossibile che un uomo cambi sé stesso. Un uomo lo può cambiare solo una donna. Del resto, ci fate voi e solo voi potete cambiarci.

Quando cambi non sai mai quando raggiungerai il cambiamento necessario. Capisci solo, come in una salita in montagna, che se il cielo che vedi è solo una fettina di blu tra te e le rocce, devi continuare a salire. A cambiare.

Le braci ardevano in vari punti dell’area attrezzata ed i fumi di grassi in scioglimento si mischiavano tra loro nell’aria confondendo le idee a qualche vespa. Tutte le griglie con i relativi tavoloni con panche erano occupate. Un pienone di carnivori, attendeva che le cotture si ultimassero.
Qualche pianta riparava tutti da una insolazione eccessiva.
Il bosco, tutto intorno, respirò pericolo e sperò che nessuno si distraesse con il fuoco.